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22 cm 150 cm

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ARTE CONTEMPORANEA
 

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In queste sezione puoi trovare tutte le opere di Arte Contemporanea in vendita nel nostro catalogo online. Un’ampia e raffinata selezione che comprende dipinti, disegni, collage, serigrafie, litografie, sculture, manifesti di artisti italiani e internazionali. Tutti pezzi unici con cui potrai arredare la tua abitazione

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Eva Petric
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ARARCO0106147
Eva Petric

Senza Titolo

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Eva Petric

Senza Titolo

Tecnica mista: fotografia rielaborata con applicazioni di cera e sovrapposizione di pannello in plexiglass dipinto. Eva Petrič, artista di origine slovena che attualmente lavora tra New York, Vienna e Ljubljana, realizza fotografie, video, performances e installazioni, nelle quali l'obiettivo è "creare spazio", che può essere uno spazio fisico, piuttosto che mentale, immaginario o metaforico piuttosto che reale. Nelle sue produzioni spesso è lei stessa, il suo corpo o la sua ombra,il personaggio su cui poi elabora una "visione" particolare, un tema, sovrapponendo altri diversi elementi per creare una nuova dimensione spaziale. Allegato all'opera, estratto di catalogo relativo alla esposizione di Eva Petrič alla Galleria Suppan di Vienna nel 2007.

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Dipinto di Mario Arlati
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Dipinto di Mario Arlati

Composizione 2004

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Dipinto di Mario Arlati

Composizione 2004

Tecnica mista su tela, applicata a cartone. Al retro la firma, il titolo e la data dell'opera. Dopo un primo periodo in stile figurativo, il pittore milanese Mario Arlati ben presto trova una nuova dimensione, che diventerà caratteristica di tutta la sua opera. A Ibiza, infatti, dove vive spesso già dagli anni '70, scopre e fa suo l'informale materico della scuola spagnola che, fuso con la dimensione selvaggia dell'isola, dà vita a opere di grande consistenza in cui l'artista muove letteralmente la materia: lacerazioni, graffi, stratificazioni, colori, ma anche energia, gesto, emozioni, poesia. La materia di Arlati è una rappresentazione della sua anima intima, fatta di sentimenti, emozioni ed evocazioni del paesaggio. L' opera è montata in teca in plexiglass

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Stampa fotografica di Leonardo Genovese
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ARARCO0262448
Stampa fotografica di Leonardo Genovese

Infinitesimi 6 Anno 2005

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Stampa fotografica di Leonardo Genovese

Infinitesimi 6 Anno 2005

Stampa fotografica su alluminio e plexiglass. Al retro la firma, il titolo e il numero di serie 1/5 incisi nell'alluminio. Inoltre presente etichetta della Galleria Fotografia Italiana con i dati completi dell'opera. L'artista lucano di origini ma vivente a Milano, noto inizialmente per la fotografia in bianco e nero, dall'inizio del XXI secolo cominci un nuovo percorso di ricerca sul colore. In esso si inserisce la mostra personale realizzata nel 2005 presso la Galleria Fotografica di Milano, dal titolo Aspirazione, di cui è stato detto :""Nessuna narrazione, nessuna realtà riconoscibile, solo evocazioni ottenute attraverso l'evaporazione dei colori, in tante nuvole sparse: più pittura che fotografia". A questo filone appartiene l'opera qui presentata.

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Dipinto di Luca Caccioni
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Dipinto di Luca Caccioni

Studio Sospensione 1992

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Dipinto di Luca Caccioni

Studio Sospensione 1992

Tecnica mista su carta. titolo ma leggibile in basso; al retro timbro dell'artista con la firma, la data e il titolo (Pour poissons -Studio sospensione). Caccioni, artista che è nato, si è formato e vive tuttora a Bologna, è uno dei protagonisti di una generazione che è giunta ormai ad una definitiva maturazione linguistica e occupa uno spazio di rilievo all'interno del panorama artistico contemporaneo. La sua ricerca utilizza principalmente materiali inconsueti come gli acetati, il pvc e, più recentemente, fondali scenici di opere teatrali dell'Ottocento, sui quali interviene dipingendo forme tratte da una memoria personale e dalle suggestioni provenienti da culture e periodi storici diversi. Elemento ricorrente nell'opera di Luca Caccioni è la scrittura, segno autosignificante che disegna l'opera ed è capace di raccontare pensieri; lavorando per sovrapposizione, le immagini sono costruite per addizione o sottrazione del colore sui vari supporti. Opera in cornice.

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Disegno di Jean Cocteau
ARARCO0259660
Disegno di Jean Cocteau

Vis à Vis 1963

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Disegno di Jean Cocteau

Vis à Vis 1963

Tecnica mista (pennarello, acquarello) su carta. firmato e datato in basso a destra. Jean Cocteau fu artista poliedrico: scrittore, drammaturgo, commediografo, si dilettò anche di arti visive, amando sperimentare tutte le avanguardie del suo secolo. Cocteau pubblicò il suo primo libro di disegni nel 1923, a soli 36 anni. In esso il poeta ha ritratto i suoi amici Raymond Radiguet, Pablo Picasso, Erik Satie, Francis Poulenc, ma anche numerose scene di vita quotidiana parigina, i balletti russi di Nijinski, allegorie, caricature, immagini poetiche. Cocteau si rivela un bozzettista pieno di talento, ma soprattutto un artista capace di cogliere l'essenza dei volti, dei comportamenti, delle debolezze umane. Nella sua produzione pittorica ricorre il tema del volto, anzi dei volti, spesso due profili che si fronteggiano, appunto vis à vis. Nel 1962 l'artista portò a compimento la realizzazione del teatro en plein air di Cap d'Ail, sulla costa francese mediterranea, la cui pavimentazione è decorata con questo soggetto, due volti dal profilo greco che si fronteggiano, con interposto un occhio; il soggetto venne poi da lui riproposto nel periodo successivo -peraltro quello imminente alla sua morte improvvisa -, con diverse varianti. Nel disegno qui presentato ritroviamo i due profili greci, separati dal terzo occhio ma anche da due serpenti attorcigliati, mentre nel disegno del teatro si trovano delle foglie. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Gaetano Peratici
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Dipinto di Gaetano Peratici

L'Angelo della Morte 1979

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Dipinto di Gaetano Peratici

L'Angelo della Morte 1979

Olio su tavola. Firmato e datato in basso a sinistra. Ulteriore firma, data e il titolo al retro. La produzione artistica di Angelo Peratici è caratterizzata da una voglia di libertà espressiva che attinge alla sua fervida fantasia per rappresentare la realtà. Partendo da questa innata pulsione trasfiguratrice della realtà, la sua arte si è trasformata in un laborioso processo di ricerca, fecondo di immagini metaforiche e visionarie, a volte grottesche, eccentriche, che vediamo realizzate in particolare nella produzione dei primi anni '80.

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Dipinto di Aldo Mondino
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Dipinto di Aldo Mondino

Senza Titolo

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Dipinto di Aldo Mondino

Senza Titolo

Olio su linoleum, con applicazioni in polistirolo ricoperto di stagnola. Firmato al retro. Corredata di autentica dell'Archivio Aldo Mondino. L'eclettico artista torinese Aldo Mondino ha articolato la sua ricerca artistica attraverso continue metamorfosi che hanno reso la sua produzione polimorfa: un tentativo incessante di trovare una risposta personale alle trasformazioni che si consumavano negli Anni Settanta, cercando di far coesistere la storia dell'arte con le immagini del consumo di massa, le fantasie personali, la religione, il classicismo, il misticismo, i viaggi in Oriente, gli amici e il kitsch. Il suo ostinato bisogno di sperimentare con i materiali – come il caffè, le caramelle, lo zucchero, le colate di cioccolato del suo amato Piemonte, i marshmallow importati dall'America, il bronzo, i fiori, le Bic rigorosamente blu, la ceramica e i tappeti in eraclite – dimostra la sua capacità di far dialogare arte, artigianato, vita comune, natura e religione. Il tutto condito dall'uso dell'ironia, per smascherare le convenzioni con garbo. Negli anni Ottanta Aldo Mondino intraprende un viaggio tra Marocco e Palestina che lascia in lui una vera e propria impronta, tanto da generare la serie di opere dei Dervisci, soggetti danzanti dipinti su linoleum, che praticano la danza rituale caratteristica della tradizione turca eseguendo movimenti fluidi e circolari. L'opera è presentata in cornice.

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Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli
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Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli

Volo d'Anatre

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Scultura in Bronzo di Gino Masciarelli

Volo d'Anatre

Scultura in bronzo. Firma incussa sulla base. Gino Masciarelli, scultore d'origine abruzzese ma che ha vissuto nel milanese, dopo aver lavorato anche presso il Centro Sperimentale di Ricerca Scientifica “F. Marinotti” in Lombardia, occupandosi di ripresa cinematografica ad alta frequenza, imparò a cogliere in molte sue opere l'instabilità dei corpi in movimento e la dissoluzione della materia nello spazio. Nelle sculture "Gruppi umani" e "Voli " - alla cui serie appartiene l'opera qui presentata-, si può osservare il dinamismo del volo quasi fosse una sequenza fotografica. Ha detto lo stesso artista :" “Solo 8 secondi impressionavano 300 metri di pellicola, lo scopo era rallentare quello che l'occhio umano non può vedere, volevo catturare il movimento e la proiezione di questi secondi durava un paio d'ore” .

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Dipinto di Bruno Saetti
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Dipinto di Bruno Saetti

Paesaggio con Sole

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Dipinto di Bruno Saetti

Paesaggio con Sole

Affresco su tela. Firmato in basso a destra. Al retro ulteriore firma e tecnica. Collocata nel naturalismo informale emiliano, la pittura di Bruno Saetti si distingue per un significativo amore per la materia pittorica, ricca e consistente, pastosa e fermentante, ma altresì aperta alle modulazioni della vibrazione luminosa. Ricca la sua serie di "affreschi" con il Sole soggetto dominante, come in quest' opera, che presenta un grande sole luminoso che splende su uno sfondo rosso mattone, sopra un paesaggio indefinito, ove si riconosce solo una basilica in alto a destra. Se l' origine emiliana di Saetti è evidente nelle intonazioni calde dei rossi-mattone e nel gusto tutto peculiare della materia (il prediletto affresco), è d'altra parte riconoscibile la contaminazione veneta (Saetti visse a lungo a Venezia) nel suo indugio sul colore, sulle sue vibrazioni luminose, sul sentimento di attonito stupore dello spazio. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Mario Previ
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Dipinto di Mario Previ

Il Taglialegna 1980

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Dipinto di Mario Previ

Il Taglialegna 1980

Olio su vetro. In basso a sinistra presenti la firma e la data, accompagnate dal simbolo dell'artista, la figurina stilizzata di un uomo in carrozzina. E' un'opera su vetro del pittore Mario Previ, che dall'età di diciotto anni vive e dipinge su una carrozzina, per una tetraplegia conseguente ad un tuffo nel suo Taro. Ha detto di sè :" Il mondo, il passare del tempo, da questo punto di vista (la sedia a rotelle) insegnano tante cose. Impari a svegliarti ogni mattina con uno scopo, anche se il tuo corpo è dolente, se ogni gesto genera sofferenza e dipendi dagli altri e mollare potrebbe essere una soluzione facile. E invece, l'arte, la pittura, insieme alla serenità del mio mondo, degli amici, mi danno un'energia incredibile. Mi hanno salvato, dandomi la forza di vivere". Nel 1974, tre anni dopo l'incidente, ispirato da una trasmissione televisiva sui pittori naif jugoslavi, in particolare dalle opere su vetro di Mijo Kovacic, Previ inizia a dipingere e ad imparare l'arte della pittura su vetro da autodidatta, fino ad arrivare a farsi conoscere ed apprezzare per i suoi dipinti. Nei suoi naif Mario Previ racconta una realtà ormai quasi scomparsa, storie reali se pur in tono fiabesco, fa rivivere tradizioni perdute, spaccati di vita appartenuta ad altre generazioni, quelle della civiltà contadina (da cui peraltro lui proviene), ma ciò che più emerge dalle sue visioni sono le “forë”, quelle che si potevano ascoltare un tempo nei “firossi”, le serate tradizionali delle frazioni del parmense dedicate al ritrovarsi per raccontare aneddoti, racconti e curiosità storiche, spesso di fronte al fuoco del caminetto, quando fuori c'era freddo e nevicava. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto naif di Mario Previ
ARARCO0241617
Dipinto naif di Mario Previ

Il falò sotto la nevicata, 1979

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Dipinto naif di Mario Previ

Il falò sotto la nevicata, 1979

Olio su vetro. In basso a destra presenti la firma e la data, accompagnate dal simbolo dell'artista, la figurina stilizzata di un uomo in carrozzina. E' un'opera su vetro del pittore Mario Previ, che dall'età di diciotto anni vive e dipinge su una carrozzina, per una tetraplegia conseguente ad un tuffo nel suo Taro. Ha detto di sè :" Il mondo, il passare del tempo, da questo punto di vista (la sedia a rotelle) insegnano tante cose. Impari a svegliarti ogni mattina con uno scopo, anche se il tuo corpo è dolente, se ogni gesto genera sofferenza e dipendi dagli altri e mollare potrebbe essere una soluzione facile. E invece, l'arte, la pittura, insieme alla serenità del mio mondo, degli amici, mi danno un'energia incredibile. Mi hanno salvato, dandomi la forza di vivere". Nel 1974, tre anni dopo l'incidente, ispirato da una trasmissione televisiva sui pittori naif jugoslavi, in particolare dalle opere su vetro di Mijo Kovacic, Previ inizia a dipingere e ad imparare l'arte della pittura su vetro da autodidatta, fino ad arrivare a farsi conoscere ed apprezzare per i suoi dipinti. Nei suoi naif Mario Previ racconta una realtà ormai quasi scomparsa, storie reali se pur in tono fiabesco, fa rivivere tradizioni perdute, spaccati di vita appartenuta ad altre generazioni, quelle della civiltà contadina (da cui peraltro lui proviene), ma ciò che più emerge dalle sue visioni sono le “forë”, quelle che si potevano ascoltare un tempo nei “firossi”, le serate tradizionali delle frazioni del parmense dedicate al ritrovarsi per raccontare aneddoti, racconti e curiosità storiche, spesso di fronte al fuoco del caminetto, quando fuori c'era freddo e nevicava. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Fausto Maria Liberatore
ARARCO0240931
Dipinto di Fausto Maria Liberatore

Figura femminile 1977

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Dipinto di Fausto Maria Liberatore

Figura femminile 1977

Tecnica mista su carta. Firmato in basso a destra. Al retro dedica autografa dell'artista, con la data. Liberatore utilizza diverse tecniche pittoriche, prediligendo le figure umane, in particolare le figure femminili o treni fumanti in partenza in stazioni misteriose. Le sue immagini di donne sono raffigurate con volti e atteggiamenti sensuali e spesso incorniciati da particolari cappelli. I critici hanno definito la pittura di Fausto Maria Liberatore arte fatta di realismo e di mistero. L'opera è presentata in cornice.

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Serigrafia di Alberto Burri
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Serigrafia di Alberto Burri

Sestante 14 1989

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Serigrafia di Alberto Burri

Sestante 14 1989

Serigrafia a colori su carta. Firmata a matita in basso a destra, numerata n. IV/XV in basso a sinistra. E' corredata di autentica su foto della Casa d'arte "Il borghetto" di Milano. L'opera era parte della serie "Sestante", costituita da 16 serigrafie differenti. Nel 1982 Alberto Burri realizza Sestante, un grande ciclo di diciassette cellotex e una scultura in ferro, che viene esposto da maggio a settembre dell'anno seguente nello spazio degli ex Cantieri navali della Giudecca a Venezia. L'evocazione del vecchio strumento nautico, che serviva ai viaggiatori per stabilire la posizione di un punto dato rispetto all'orizzonte, è un omaggio al destino marittimo di Venezia. I dipinti sono l'ennesima sfida di Burri: nelle loro combinazioni le forme e i colori del "sestante" creano un ciclo inesauribile dove non c'è la minima ripetizione. All'interno dello stesso quadro, o nell'accostamento di uno all'altro, il caleidoscopio delle forme fa sì che strutture quadrate e curvilinee convivano, insieme ad ampie campiture cromatiche e fitti patterns visivi. Nel 1989 l'artista ripropone il ciclo come opera grafica, realizzando la serie "Sestante". Lo storico dell'arte Bruno Corà ha detto che "nel caso di Burri, parlare di grafica non significa parlare di una produzione minore rispetto ai dipinti, ma soltanto di una modalità artistica diversa e parallela, nella concezione e nell'esecuzione, tale insomma da potersi annoverare con assoluto rilievo nella produzione del grande pittore, a fianco di tutti gli altri suoi rivoluzionari pronunciamenti innovativi". L'opera è presentata in cornice.

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Charles Moody (1979)
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Charles Moody (1979)

Olio su compensato

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Charles Moody (1979)

Olio su compensato

Charles Moody (1979), olio su compensato. Firmato al retro. L'opera è stata esposta alla personale dell'artista "Borderland" presso la Galleria Corso Venezia Otto a Milano, come dimostra il cartiglio cartaceo al retro. Charles Moody si laurea nel 2003 all'Art Institute of Boston e, dopo tre anni vissuti a Milano, sceglie di vivere a New York. Nella sua arte l'attenzione è rivolta al processo (arte concettuale, process art) più che al contenuto dell'immagine ed è in questo scarto che la pittura si esprime al meglio. Un'arte che nasce dall'approvazione di immagini televisive (quasi mai cinematografiche) ed in particolare da popolari soap opera. Il lavoro di Moody va oltre l'immagine mediale di massa personalizzando la scelta su immagini particolari che, ai suoi occhi, offrono una potenzialità narrativa; sono immagini di transizione, momenti di passaggio tra una scena e l'altra. L'artista si serve di una manualità pittorica ad olio per riprodurre la bassa qualità dell'immagine televisiva esaltando l'effetto "blurring", di sfocatura. Ci troviamo di fronte ad una perdita della dimensione spaziale, in una temporalità confusa-diffusa-impalpabile in cui si fa fatica a riconoscere i confini (appunto "Borderland"). In queste distorsioni percettive, in cui il tempo si dilata si espande, ogni quadro rappresenta un "punto di indiscernibilità" all'interno del quale il riconoscimento dell'oggetto rappresentato passa in secondo piano. Il tempo di Moody non è né cronaca né storia ma sospensione. (Da "Charles Moody, Borderland", a cura di Gianni Romano, catalogo della mostra, CorsoVeneziaOtto, novembre-dicembre 2009)

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Dipinto di Mino Maccari
ARARCO0222559
Dipinto di Mino Maccari

Figure femminili

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Dipinto di Mino Maccari

Figure femminili

Olio su tela. Firmato in basso a sinistra. La produzione artistica di Mino Maccari è rivolta principalmente alla satira sociale e politica, espressa soprattutto attraverso il disegno; peraltro egli non si collocò mai come giudice dei costumi italiani, ma piuttosto come cronista divertente, e divertito, dei vizi e delle debolezze della società. Nella produzione pittorica, pur non discostandosi in maniera eccessiva dalle tematiche dei suoi disegni, accentua maggiormente l'aspetto fantastico: con rapide e decise pennellate e cromie accese, spesso violente, caratterizza figure quasi irreali o piuttosto caricaturali. L'opera è presentata in cornice.

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Nikas Safronov
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Nikas Safronov

San Giorgio 1992

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Nikas Safronov

San Giorgio 1992

Olio su tavola. Firmato in basso a destra. Al retro in cirillico presenti il titolo, la data e la localizzazione a Bergamo. L'artista lituano, che attualmente vive e lavora tra Mosca, l'Italia e il Regno Unito, è considerato uno dei più importanti artisti russi contemporanei. Nella sua ampia produzione si trovano paesaggi, nature morte, molti ritratti di personaggi famosi e le sue composizioni surreali, espressione di una sua peculiare "visione onirica" della realtà. Anche in questa tavola, seppur nello stile delle icone tradizionali, viene proposta la raffigurazione del famoso San Giorgio in una chiave surreale che rimanda a De Chirico, ove al drago viene sostituito un'oca, la testa del santo è un uovo, di contorno vi sono figure di maghe..... un'interpretazione chiaramente poco ortodossa! La tavola presenta una fenditura verticale. L'opera è presentata in cornice.

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Dipinto di Paolo Baratella
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Dipinto di Paolo Baratella

Platone e Aristotele

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Dipinto di Paolo Baratella

Platone e Aristotele

Tecnica mista su tela. Al verso presenti firma, titolo, data e dedica. Paolo Baratella, artista ferrarese recentemente scomparso, ha sviluppato la sua arte componendo vasti cicli pittorici ispirati a soggetti contemporanei; di lui si hanno pertanto delle serie di opere riunite sotto titoli significativi. Dalla fmetà degli anni '80 e negli anni Duemila, i suoi apparati scenografici si arricchiscono maggiormente di riferimenti iconografici culturali, pittorici e letterali. In particolare Baratella si rivolge con maggiore attenzione all`iconografia dell`arte, della filosofia e della storia. In quest'opera l'artista presenta i ritratti dei due sommi filosofi greci (presi dalle loro raffigurazioni tradizionali classiche) e li sfuma in una cornice di colori rosa-azzurro. Le due singole tele sono affiancate all'interno di una cornice in legno lavorato, sui cui due traversi orizzontali sono incise le parole "Timeo" opera scritta da Platone, e "Etica" tema ricorrente della filosofia aristotelica.

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Scultura di Guido Lodigiani
ARARCO0221120
Scultura di Guido Lodigiani

Figura femminile 1993

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Scultura di Guido Lodigiani

Figura femminile 1993

Scultura in bronzo policromo su base di pietra. Firma e data sulla base. Guido Lodigiani, scultore milanese tutt'ora attivo, e appassionato docente all'Accademia di Brera, ha detto della sua arte: "Ritengo che l'artista sia chiamato a mostrare la radice dell'esperienza umana e per questa via a emozionare ancora". E radice dell'esistenza, suo ventre, è la donna, che Lodigiani considera la Donna dell'Annuncio, espressione della tensione inquieta e intima al mistero della creazione. La scultura di Lodigiani estrae la forma, come da un grembo materno, partendo da un nucleo originario della materia in cui scava vuoti e tensioni, Questa tensione plastica è ben espressa in questa figura femminile nuda, seduta ma ritorta , come se fosse appena uscita dalla materia indistinta e si tendesse verso l'alto, verso la vita, verso la luce.

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Scultura di Marco Cornini
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Scultura di Marco Cornini

Ragazza in poltrona

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Scultura di Marco Cornini

Ragazza in poltrona

Scultura in terracotta. Firmata in basso a destra. Marco Cornini, artista milanese formatosi all'Accademia di Brera, lavora prevalentemente con la terracotta, con cui realizza figure umane, sia maschili che femminili, uomini e donne, o meglio ancora ragazzi e ragazze più o meno della sua stessa generazione, in momenti della loro intimità, spesso di coppia ma anche individuale, con valenze sentimentali, erotiche, passionali. Qui è proposta una donna nuda seduta in poltrona in una stanza, in atteggiamento di intimistica disperazione.

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Scultura  a Bassorilievo di Achille Guzzardella
ARARCO0218803
Scultura a Bassorilievo di Achille Guzzardella

Civetta 1994

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Scultura a Bassorilievo di Achille Guzzardella

Civetta 1994

Bassorilievo in bronzo. Firmato in basso a sinistra, sigla AG in alto a destra. Al retro della tavoletta di supporto, presenti con il nome, il titolo e la data dell'opera. Achille Guzzardella, pittore scultore milanese, si è affermato in particolare per i suoi ritratti scultorei di noti personaggi del modo dell'arte italiana. Tra gli altri quello di Vittorio Sgarbi, che lo ha definito :”Il combattente della creta”e anche“…Achille che dipinge con l'anima…” Eclettico e raffinato, ha realizzato anche altri soggetti, utilizzando tecniche differenti. Onirico nella pittura ad olio e sempre vicino all'uomo nella sua opera scultorea, Guzzardella affascina gli appassionati d'arte per la sua concretezza espressa con la sua ricerca formale personale.

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